Premio San Bonaventura da Bagnoregio 2024
PREMIO SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO PRESENTAZIONE RISULTATI CENSIMENTO ISTITUTI CULTURALI 2024 La...
SCRIPTVRA è un acronimo ricavato dalla parola scripta e dal nome Bonaventura. Il logo è la fusione di due diversi elementi: il primo è rappresentato dalle scritture distintive del codice Paris, Bibliothèque Mazarine, ms. 364, un breviario prodotto nel monastero di Montecassino tra l’XI e il XII secolo. Il secondo rappresenta la stilizzazione di un cantharus inserito nell’iscrizione funeraria dell’arcidiacono Teofilatto, datata 671, attualmente nella basilica di Santa Restituta di Napoli.
L’unione di tali elementi intende far emergere simbolicamente il senso principale del progetto. SCRIPTVRA rappresenta un contenitore scientifico al cui interno convergono esperienze, una sede di dialogo interdisciplinare su un tema che può essere esaminato da prospettive diverse.
Il progetto permanente della Fondazione San Bonaventura “SCRIPTVRA. Luoghi, forme e funzioni della scrittura” rappresenta un tavolo di ricerca in grado di favorire confronti sulla scrittura in un arco cronologico che dalla comparsa delle prime manifestazioni scrittorie giunge fino ai giorni nostri.
L’obiettivo di SCRIPTVRA è quello di offrire spazi di riflessione interdisciplinare (progetti di ricerca, convegni, seminari, workshop, corsi) su temi connessi alle forme, ai luoghi, alla diffusione o alla produzione delle scritture di ogni tipo e ambito cronologico.
L’alto profilo di queste iniziative è assicurato dalla presenza di un Comitato scientifico internazionale
composto da autorevoli studiose e studiosi del mondo accademico e della ricerca.
Direzione scientifica:
Comitato scientifico:
PREMIO SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO PRESENTAZIONE RISULTATI CENSIMENTO ISTITUTI CULTURALI 2024 La...
La Fondazione San Bonaventura si appresta a vivere la quarta edizione di “SBAM, Incontri ravvicinati...
Un convegno sulla centralità del libro in età medievale “In senso scritto. Percezioni e ricezioni de...
Il 21 maggio 2024 presso la nostra sede sociale, la Biblioteca Fra Landolfo Caracciolo si è tenuto l...
Nel mondo contemporaneo, parallelamente alle urgenze del climate change, si fa sempre più prepotente...
Sei appassionato/a di beni culturali? Vuoi vivere un’esperienza unica tra biblioteche, musei,...
Domenica 26 novembre, alle ore 17.00, presso la Parrocchia di Cristo Re di Pisticci si terrà la pres...
MINISTERO DELLA CULTURA “SBAM, Incontri ravvicinati…” (San Bonaventura Biblioteche Archivi Musei) ed...
La Fondazione San Bonaventura in questi mesi ha organizzato un ‘importante azione di promozione dei...
Convegno di Studi “Percezioni e ricezioni del codice nei secoli XIII-XIV”
Venezia, Università Ca’ Foscari Zattere, 29-30 novembre 2024
Nel 2024 la Fondazione San Bonaventura ha compiuto un importante giro di boa: Il 10° anno di attività della nostra realtà coincideva, infatti, con la ricorrenza del 750° anno dalla morte di san Bonaventura da Bagnoregio, avvenuta il 15 luglio del 1274 al termine di un’esperienza teologica e filosofica di altissimo profilo che ha lasciato un segno indelebile in tutta la storia del francescanesimo. Per celebrare adeguatamente la figura dell’illustre teologo e contribuire così alla riscoperta del suo operato, abbiamo organizzato un incontro che ha richiamato, indirettamente, l’attenzione su uno dei punti chiave dell’Itinerarium mentis in Deum, quello riguardante il significato profondo dei ‘sensi esterni’. Per il santo civitese la percezione sensoriale rappresenta il primo passo per orientarsi nei labirinti della realtà, prima di elevarsi al divino.
Se guardiamo all’universo medievale, nel ventaglio delle cose sensibili la scrittura occupa certamente un ruolo fondamentale. Considerando il milieu sociale e culturale entro cui è germinata l’opera di Bonaventura, il dato che si riscontra con chiarezza è rappresentato da una forte centralità, in particolare, della scrittura libraria e, dunque, del libro. La ripresa dell’urbanizzazione e la fondazione delle prime grandi università determinano un aumento considerevole del ‘fabbisogno librario’ che si traduce non soltanto nell’affinamento delle tecniche di copiatura e di confezionamento ma anche in una diversa percezione materiale e visiva del codice, delle sue forme e delle scritture in esso rappresentate. Sono anche questi mutamenti a condizionare, ad esempio, la formazione di nuove biblioteche, l’incremento del mercato librario, la compravendita di manoscritti o la loro cessione in dote/pegno come oggetti dotati di valore materiale ed economico.
Ma la centralità del codice emerge anche da altri fattori legati ancora, e indissolubilmente, alla sua percezione. Tra questi, la ricezione di usi e forme del manoscritto nelle sedi extra librarie, che non si limita all’utilizzo di tipologie grafiche mutuate dai libri ma si estende anche a tutte quelle pratiche di raffigurazione, riproduzione ed emulazione di ‘modi librari’ che, soprattutto a partire dal XIII secolo, pervadono le testimonianze scritte o non scritte di ogni genere, pubbliche o private, a inchiostro, incise, dipinte o graffite. Si pensino, per fare un esempio tra i più rappresentativi, ai tratti cromatici e alla struttura grafica di alcuni monumenti funebri del XIV secolo, chiaramente ispirati ai manoscritti miniati e illustrati coevi sia di ambito ecclesiastico, sia di ambito laico.
Per questo il convegno si è proposto di riflettere sui diversi gradi di percezione del codice e sulle sue ricezioni in età medievale, con l’obiettivo di inquadrare, in maniera trasversale, principalmente il contesto italiano del XIII-XV secolo affrontando il tema in una prospettiva comparativa anche con il periodo immediatamente successivo.
Convegno internazionale di Studi “Scritture che dividono, scritture che uniscono. Il medium grafico dall’età antica all’età moderna”
Napoli (San Lorenzo Maggiore) e Venezia (San Francesco della Vigna), 6 e 18 ottobre 2023
L’obiettivo del convegno è stato quello di ragionare, con un approccio interdisciplinare e internazionale, sulla duplice capacità delle scritture di dividere/separare e di unire/ricongiungere tanto sotto il profilo sociale, politico o linguistico, quanto sotto quello visuale o spaziale. Osservata da questa prospettiva, la scrittura – con riguardo a tutte le sue sedi, da quella epigrafica a quella libraria o documentaria – è portatrice di un forte potere comunicativo. Le scritture possono instaurare, però, anche un rapporto visivo/materiale, con lo spazio in cui sono inserite, con funzione tanto di demarcazione, distinzione o separazione, quanto di collegamento o addirittura di ricongiungimento. È rappresentativo il caso delle scritture epigrafiche e del ‘programma di esposizione grafica’, secondo la definizione di Armando Petrucci di fenomeno che si verifica quando un dominus di più spazi grafici fra di loro collegati li utilizza al fine di realizzarvi una serie di scritti omogenei muniti di un marchio di identificabilità. In questo caso, si può verificare che uno spazio chiuso o aperto, le cui componenti sono già progettate per essere collegate tra di loro, venga semplicemente sfruttato dal dominus. In altri casi, invece, è la scrittura stessa, con le sue particolarità grafico-materiali, a fare da trait d’union tra distinte componenti dello spazio originariamente distinte tra loro.
International Conference “Devotional practices, pilgrimage activities and space organization in Early Medieval monasteries (5th-10th centuries)”
Naples, Monumental Complex of San Lorenzo Maggiore, November 28-29, 202
The body or relics of a saint can attract divine protection on the community and the place where they are kept. If in some cases, the monasteries were structures of assistance to sanctuaries of certain notoriety, starting from the 6th -7th centuries, they increasingly played the role of protagonists, autonomously managing the devotional activities that derived from the acquisition or translation of relics.
The need to preserve the isolation of the clausura and to manage, at the same time, an increasing flow of pilgrims led these monasteries to build new spaces for prayer, communion and assistance.
The Conference addressed the following themes:
Convegno di Studi “La dimensione spaziale della scrittura esposta in età medievale. Discipline a confronto”
Napoli (piattaforma Zoom), 14-16 dicembre 2020
Le iscrizioni, destinate a tramandare il ricordo di una persona e del suo operato, illustrare gli elementi salienti di un ciclo pittorico o informare variamente il lettore, possono essere analizzate proficuamente anche nella loro dimensione spaziale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento degli studi sul tema dell’interdipendenza tra scrittura e immagine e tra spazio, architettonico o territoriale, scritture epigrafiche e scritture esposte. Ciò nonostante, il panorama attuale è ancora disomogeneo e incapace di offrire una visione generale del problema.
Il convegno ha dato luogo a un confronto interdisciplinare (animato da archeologi, paleografi, storici) su questo specifico tema, focalizzando l’attenzione sul panorama epigrafico italiano ed europeo di età medievale. Gli interventi hanno indagato il grado di visibilità delle epigrafi in ambito urbano, ecclesiastico, monastico o funerario ponendo al centro del dibattito la funzione mediatrice delle iscrizioni nel dialogo tra l’osservatore e lo spazio circostante.
Gli ‘scritti effimeri’, come esercizi di scrittura, appunti e calcoli, sono tipicamente scritti su supporti riscrivibili, come tavolette di argilla, cera, e legno: ma anche materiali come papiro, pergamena e ostraca venivano riutilizzati più di quanto comunemente si creda. Mentre l’importanza dei supporti riscrivibili è ben nota, il funzionamento materiale delle pratiche scrittorie correlate rimane poco studiato.
Il doppio workshop Ephemeral Writings mira a far luce sulla materialità della riscrittura attraverso presentazioni introduttive, esperimenti di replicazione, e tavole rotonde. La prima parte, che si terrà a Napoli dal 7 al 9 maggio 2025, sarà dedicata alla scrittura senza inchiostro su argilla e cera, nonché alla (ri)scrittura con inchiostro su papiro, ceramica, legno e ‘rivestimenti cancellabili’.
Coordinamento scientifico: Michele Cammarosano e Claudia Colini, in collaborazione con Daniele Ferraiuolo e SCRIPTVRA Project